AUTOLOGO O ETEROLOGO: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE
L’inserimento di un impianto dentale richiede una certa quantità di osso. Laddove quest’ultimo fosse insufficiente o mancante per cause diverse, la soluzione è l’innesto osseo dentale. Questo intervento, detto anche rigenerazione ossea, avviene secondo due possibili modalità: attraverso un trapianto di osso del paziente stesso, oppure attraverso l’innesto di un osso esterno biocompatibile.
Proviamo a capire cos’è un impianto con innesto osseo, come avviene e quali sono le possibili controindicazioni.
L’implantologia dentale interviene in tuo aiuto per sostituire un dente naturale mancante. L’inserimento dell’impianto, tuttavia, richiede l’utilizzo di una porzione di osso per portare a termine l’intervento. Per cause naturali o per cause indotte (ad esempio, da un’estrazione non corretta), può capitare che non vi sia a disposizione una quantità di osso sufficiente. In questi casi si ricorre all’impianto con innesto osseo dentale.
L’intervento in sé ha lo scopo di ottenere un incremento di osso.
Oltre all’ipotesi di impianto, si ricorre all’innesto osseo dentale:
Come accennato, un impianto con innesto osseo dentale può avvenire secondo due modalità. Si parla di innesto osseo dentale autologo quando l’incremento avviene attraverso un trapianto di osso prelevato dal paziente stesso. Di norma, il prelievo viene effettuato dalla mandibola o dalla mascella, in altri casi anche dal bacino o da altre zone extra-orali. Il trapianto richiede un ricovero per eseguire un intervento in anestesia totale, con tempi più lunghi di guarigione. L’operazione è più complessa e richiede due interventi chirurgici separati.
L’alternativa, meno invasiva e più rapida per il paziente, è un innesto osseo eterologo, ossia effettuato utilizzando materiale osseo biocompatibile. Di solito si tratta di osso bovino privato della componente organica che, una volta irrorato dal sangue, conduce alla formazione di un nuovo osso naturale. Le tecniche di innesto a disposizione sono diverse, ma la più diffusa consiste nell’applicazione di una membrana, al di sotto della quale viene inserito il materiale che servirà alla formazione del nuovo osso.
I pazienti con “poco osso” che vogliono comunque ricorrere all’implantologia, possono optare per l’innesto osseo dentale con una delle due modalità sopra indicate. Tempi di guarigione e riabilitazione variano da paziente a paziente.
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